Trapani
Il suo nome, di origine greca, significa “falce”: Trapani ha la forma stretta e allungata di una falce circondata dal mare. All’impugnatura della falce, il monte di Erice, sito di elezione degli esuli troiani, dedicato ad Afrodite.

Storia
La sua storia antica è legata strettamente all’Africa: la città fu fondata dai Fenici, come Cartagine, e fu al centro delle grandi battaglie navali tra Cartaginesi e Romani. Ma ancora oggi, nelle strade del porto, si respira aria d’Africa, nei colori, negli odori di couscous, nella quantità di lavoratori tunisini che vi si trovano.
La sua rinascita nel Medioevo si deve agli Arabi. Furono loro a creare nuovi quartieri e commerci, a introdurre nuove tecniche nell’agricoltura e nella pesca e a ricondurre il porto ai fasti di un tempo. È il geografo arabo Edrisi che nel 1154 dà una perfetta descrizione di Trapani: “città di antica fondazione, è situata sul mare che la circonda da ogni lato. [...] in esso la pesca è abbondante e superiore al fabbisogno; vi si pescano grossi tonni usando grandi reti e una pregiata qualità di corallo; proprio davanti la porta della città si trova una salina".
La sua posizione - fra il Tirreno e il mare africano, con le isole Egadi di fronte - ha un tale fascino evocativo da aver fatto immaginare allo scrittore inglese Samuel Butler, che viaggiò a lungo in Sicilia, che qui siano i luoghi dell’Odissea e che il poema sia in realtà opera di una donna siciliana. Il libro di Butler “L’autrice dell’Odissea”, pubblicato nel 1897, ispirò poi un altro autore inglese, Robert Graves, che scrisse nel 1955 un romanzo sullo stesso tema, “La figlia di Omero”.
Ancora oggi, il destino di Trapani è legato al suo porto e al suo mare: una svolta per la città è stata la sua scelta come sede dell’America’s Cup, la famosa regata velica, nel 2005. Allora presero il via recuperi e restauri che ne hanno valorizzato la bellezza e che consentono un soggiorno assai piacevole.
Il lungomare si estende per chilometri ed è costeggiato dai resti delle antiche mura.
Cosa vedere
Per la sua importanza strategica, la città è sempre stata presidiata da torri d’avvistamento e fortezze che contribuiscono non poco alla suggestiva fisionomia dei luoghi. È attribuita al generale cartaginese Amilcare Barca, durante le guerre puniche, la costruzione di una di esse molto particolare su uno scoglio a 600 metri dall’imboccatura del porto, il Castello della Colombaia, uno dei simboli trapanesi. Nel 1360 vi soggiornò la regina Costanza di Castiglia, che doveva andare in moglie a Federico III d’Aragona. Nel Quattrocento fu adibita a fortezza e poi utilizzata come prigione. Passeggiando sul lungomare più antico, circondata dall’acqua, è un’apparizione.
L’estrema punta della città è caratterizzata dalla Torre di Ligny, eretta nel 1671 e sede oggi del Museo della Preistoria. Per raggiungerla si percorre una stretta via, circondata da entrambi i lati dal mare di un azzurro intenso, frequentato in estate dai bagnanti.
Poco distante vi è il porto peschereccio. Qui si trova anche l’ex Lazzaretto, attuale sede della Lega Navale. È su un isolotto, ormai unito alla terraferma: qui passavano la quarantena gli equipaggi delle barche con sospette epidemie. Il nuovo Lazzaretto venne riedificato nel 1830 e si presenta come una grande esedra.
Interessante, per la conformazione del luogo e per la vivacità, il mercato del pesce. Si trova in Piazza Mercato, un tempo fuori dalle mura della città. L’attuale assetto è del 1874 ed è basato su un porticato ad archi con al centro una fontana di Venere Anadiomene.
È d’obbligo una visita al Museo Pepoli, dove fra l’altro si trovano bellissimi oggetti realizzati da artigiani locali con il corallo di cui il mare di Trapani era ricco.
C’è anche un “salotto” della città - Corso Vittorio Emanuele, via Torrearsa, Via Garibaldi, Via Fardella - in cui è piacevole lo shopping, mentre nelle serate di luglio, da oltre cinquant’anni si tiene una stagione lirica estiva con cast di livello nel teatro all’aperto della Villa Margherita.
I "Misteri"
L’appuntamento clou dell’anno a Trapani, dal punto di vista spettacolare non meno che da quello religioso, è il Venerdì Santo: da oltre quattrocento anni, si rinnova la tradizione della Processione dei “Misteri”, in cui venti opere scultoree che raffigurano le fasi della passione e morte di Gesù, addobbate con argenti e fiori,vengono trasportate in spalla lungo la città al ritmo lento della musica delle bande. Le opere sono del XVII e del XVIII secolo e ognuna rappresenta la devozione di una delle corporazioni di arti e mestieri cittadine. L’appuntamento per la partenza della processione è alla chiesa del Purgatorio, alle 14.00 di ogni Venerdì Santo, e il rito si conclude la mattina del sabato. La processione è un’esperienza straordinaria, che merita una visita della città nel periodo pasquale.

Le Saline
Lasciando Trapani in direzione di Marsala, si trova la riserva delle "Saline di Trapani e Paceco". In un paesaggio di grandi specchi d’acqua che formano sotto il sole geometrie particolari, mucchi bianchi di sale e mulini, si può percorrere una rete di sentieri dai quali assistere alle varie fasi della lavorazione del prodotto, una tradizione che probabilmente risale addirittura ai Fenici. Dall’antichità remota la fama del sale trapanese raggiungeva tutti i mercati del Mediterraneo.
La riserva ha anche un gran valore naturalistico: è l'ultimo baluardo per gli uccelli migratori che stagionalmente migrano verso l'Africa attraversando il canale di Sicilia e nel suo territorio sono state censite ben 208 specie di uccelli, fra cui splendidi Fenicotteri e Aironi bianchi maggiori.