Palermo
Per René Bazin, viaggiatore francese di fine Ottocento, “ha proprio l’aria di una capitale, di un’antica città sovrana, questa Palermo bianca, circondata da aranci. Davanti a sé ha una delle più belle baie del mondo (...) Dietro, un semicerchio di verde scuro, un immenso frutteto di agrumi”, la Conca d’oro. Per Oscar Wilde, che la visitò nel 1900, Palermo è la “città col panorama più bello al mondo”. Per Dominique Fernandez, scrittore francese contemporaneo abituée dell’isola, “Palermo è innanzitutto un’atmosfera, rumori, odori, una trama fitta, misteriosa di emozioni”.

Storia
La millenaria storia della città ha visto alternarsi dapprima i fenici, i greci, i romani, i bizantini; ma fu con gli Arabi, che s’insediarono qui nel 827, che Palermo divenne “quella città di commerci e di agi che contende il primato nel mondo musulmano a Cordoba, a Bagdad e al Cairo”e diventò “la prima, grande città cosmopolita dell’alto medioevo”, come afferma lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo.
La vocazione cosmopolita fu poi accentuata dai re Normanni, che strapparono il dominio ai musulmani, ma si avvalsero della loro eccellenza costruttiva e crearono con maestranze arabe e bizantine - scrive ancora Consolo - “capolavori di architettura come la Cappella Palatina, la Cattedrale, S. Giovanni degli Eremiti, S. Maria dell’Ammiraglio e il Duomo di Monreale, crearono orientali fascinose dimore per severi regnanti calati qui dal nord, dimore che si chiamavano Zisa, Favara, Cuba...-, questa Palermo con la sua singolare aura normanna e moresca, con le sue chiese-moschee, con i suoi mosaici, i suoi chiostri, i suoi giardini, le sue fontane, le sue squillanti cupole rosse, sopravvisse per secoli, trapassò l’epoca angioina e quella aragonese, in cui le potenti famiglie feudali (…) costruirono i loro palazzi-fortezze, le loro regge; sopravvisse ai viceré spagnoli e borboni ed arrivò quasi intatta fino all’Ottocento”.
I molti volti della città
Palermo è città dai tanti volti, con un’identità inconfondibile tanto quanto enigmatica, una combinazione di magnificenza aristocratica e di colore popolaresco; di profumo di gelsomini nelle sere della sua lunga estate e di odori forti nei mercati sotto il sole del mezzogiorno.
Molte sono state le stagioni che ne hanno segnato l’identità: dopo le più antiche, anche quella di uno sfarzoso Settecento in cui ogni viaggiatore del nord - Europa che vi giungeva al culmine del Grand Tour allora di moda rimaneva stupito di fronte alla libertà di costumi di un’aristocrazia elegante e dedita a piaceri di ogni sorta, ma stupito anche di fronte allo stridente contrasto fra il lusso dei palazzi nobiliari e la miseria del popolo; quella garibaldina, immortalata dal "Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa e dal film che ne trasse Luchino Visconti; quella della Belle Époque e del Liberty, stagione che vide in città molti regnanti europei incantati dall’ospitalità della potente famiglia imprenditoriale dei Florio e da uno stile di vita cosmopolita, oltre che dalle bellezze naturali e artistiche.
La Palermo di oggi conserva molto di tutto questo, ma anche molte ferite delle guerre e del malgoverno che ne hanno marcato tante volte la storia: un impasto sconcertante ma anche di grande interesse.

Luoghi da visitare
La città storica è divisa da due lunghe strade che formano una croce: una via che cambia più volte nome e che nel tratto più antico si chiama via Maqueda e un’altra, l’antico “Cassaro” oggi Corso Vittorio Emanuele, che sfocia su un lungomare ricco di palazzi aristocratici e sull’antico porto della Cala, oggi porticciolo sia turistico che per i pescatori. Tutto questo fronte a mare della città è una lunga passeggiata dove sostare anche in piacevoli locali.
Nei pressi delle due strade principali, si trovano il Palazzo Reale arabo-normanno, al cui interno la Cappella Palatina risplende di mosaici d’oro; S. Giovanni degli Eremiti, chiesa del 1132, attorniata da un delizioso giardinetto; la Cattedrale, vero e proprio magnifico esempio di una stratificazione culturale che dai Normanni arriva al Settecento; la Piazza Pretoria, dove ha sede il municipio ma anche una celebre fontana cinquecentesca e chiese barocche; la straordinaria chiesa della Martorana, di impianto normanno con bellissimi mosaici bizantini e caratteristiche arabe; i mercati di Ballarò, del Capo e della Vucciria, un’esperienza dello sguardo, dell’olfatto e del gusto oltre che occasioni di esplorazione antropologica della città; l’imperdibile piazza Marina con lo Steri, trecentesco palazzo-fortezza della potente famiglia aristocratica dei Chiaramonte, poi carcere dell’Inquisizione, e con un giardino intitolato a Garibaldi dove si trova l’albero dalla chioma più vasta reperibile in Europa, uno splendido ficus magnolioides.
Naturalmente questa rapida rassegna cita solo una piccola parte di quel che è necessario vedere a Palermo, il resto lo scoprirete visitandola. Ma bisogna ancora almeno ricordare due luoghi vicinissimi alla città (in auto, un quarto d’ora di strada) dove non si può non andare: Monreale, con il celebre duomo arabo – normanno e un panorama mozzafiato sulla città e la Conca d’oro; e Mondello, dove si trovano piacevoli ristorantini con specialità marinare e, soprattutto, una ridente baia azzurra dalla sabbia chiara, dove immergersi in un mare di trasparenza tropicale sotto il massiccio del Monte Pellegrino, “il più bel promontorio del mondo” secondo Goethe.

Monreale
Su un’altura a meno di dieci chilometri da Palermo, c’è Monreale, tappa fondamentale di un itinerario fra gli edifici arabo – normanni siciliani.
La cittadina sorse attorno al grande duomo che Guglielmo II, ultimo dei re normanni, costruì nel 1174. L’intento fu di erigere una chiesa grandiosa, che superasse in bellezza la Cappella Palatina, edificata dal nonno Ruggero, e il risultato non fu da meno. Lo splendido complesso comprende anche un'abbazia benedettina e un ampio meraviglioso chiostro. Vi sono anche le tracce dell'originario palazzo reale di Guglielmo, che qui ebbe il suo presidio fortificato per combattere la lotta sotterranea che lo opponeva al potentissimo arcivescovo di Palermo Guglielmo Offamilio (William of the Mill, inglese di nascita). L’antico palazzo reale è oggi inglobato nel palazzo arcivescovile, costruito nei secoli successivi.
Il miracolo della felice mescolanza fra la cultura nordeuropea, quella bizantina e quella araba realizzato in Sicilia, nel duomo di Monreale è al suo culmine. Di chiara impronta islamica è la decorazione esterna delle absidi. Normanne invece sono le due torri massicce che inquadrano la facciata, l'alta abside fiancheggiata da due più piccole, la pianta basilicale e quindi la struttura del duomo. All’interno, un ricco manto di mosaici d'oro dominato dal grande Cristo pantocratore, opera di maestranze bizantine, ma anche colonne che sostengono archi a sesto acuto di tipo arabo.
Accanto al duomo, fermatevi al belvedere all’interno del giardino comunale. Da lì potrete vedere la Conca d’oro in tutta la sua profondità.
Dopo un giro nella cittadina, con piacevoli stradine piene di scorci interessanti e di negozi, tornate alla piazza Vittorio Emanuele, accanto al duomo, dove potete sedere al caffè, che è rinfrescato dagli zampilli della Fontana del Tritone. È la prima di una serie di fontane, con decorazioni tutte improntate a un’idea di fecondità, abbondanza e rigenerazione, che incontrerete riscendendo verso Palermo dalla settecentesca strada panoramica che inizia vicino la piazza.
Date un’occhiata alle fontane, ma guardate soprattutto, dall’altro lato della strada, il magnifico panorama su Palermo e sul suo golfo.

La capitale Arabo-Normanna
È impossibile non visitare Palermo: capoluogo della regione ma, soprattutto, molte volte una capitale regale dove si mescolano popoli molto diversi tra loro, le loro culture creano una fusione particolarmente originale come lo stile arabo-normanno-bizantino dei suoi edifici più belli. Un'eccezionale bellezza che consente alla città di essere elencata tra i siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO, insieme alle cattedrali di Monreale e Cefalù.
Anche la natura è stata generosa con la città, la sua protezione è assicurata dalle cime grigiastre e rosee circostanti che formano la Conca d'Oro, ricca di agrumeti, che tempera il clima e fa da sfondo alla splendida baia dominata dal monte Pellegrino. La capitale della Sicilia islamica guarda a nord, al contrario di Siracusa, la città più meridionale dell'Europa.